I più grandi alpinisti della storia

Le sfide dell’alpinismo continuano a scrivere nuove pagine di storia, confermando un’epoca di record e anniversari che si intrecciano con le imprese dei grandi pionieri. La stagione himalayana di quest’anno ha visto oltre 200 salite sull’Everest, tra cui spiccano il nuovo primato dell’inglese Kenton Cool, giunto per la diciannovesima volta in vetta, e la ventitreesima ascesa di Dorji Gyaljen Sherpa. Sullo stesso versante, l’Indian Army ha portato un gruppo di 38 membri sulla cima, segnando una delle spedizioni più numerose mai registrate in un solo giorno. Tuttavia, la conquista degli ottomila resta una prova senza certezze: sul K2 nessuna spedizione ha ancora raggiunto la vetta, un evento che ricorda quanto la montagna sappia imporre i propri limiti anche agli alpinisti più esperti. Intanto, tra le Dolomiti, il centenario della via Solleder-Lettenbauer sulla Civetta ha riacceso l’attenzione sulle radici storiche dell’alpinismo, celebrando una delle imprese simbolo dell’arrampicata classica. Questi aggiornamenti testimoniano come il confine tra leggenda e attualità sia sempre più sottile, e come la spinta a superare i limiti resti il filo conduttore che unisce le generazioni di alpinisti di ieri e di oggi.

Hanno fatto grandi imprese davvero, scalato le vette che a quel tempo erano possibili da raggiungere con l’equipaggiamento e le attrezzature disponibili, compiendo imprese davvero epiche.

Sono di varie nazionalità e tutti uomini di grande valore e coraggio, hanno affrontato sfide davvero oltre ogni immaginazione, sono stati dei pionieri di quello che oggi possiamo considerare l’alpinismo.

Paul Preuss

Ebbe il virus della polio-simile da piccolo e le sue condizioni di salute non promettevano bene, sempre fragile e a letto, per un periodo è stato anche sulla sedia a rotelle, tutto faceva pensare che sarebbe stato il protagonista di grandi imprese.
Da adulto guarisce, diventando forte con l’attività fisica poi con tanta forza di volontà Paul diventa un ottimo sciatore, alpinista e rocciatore. A 11 anni aveva già scalato 300 vette, gli anni successivi per lui sono pieni di successo, diventa un vero campione alpinista dell’epoca e siamo gli inizi del 1900.

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Hans Dülfer

È stato un alpinista tedesco classe 1892, aveva la passione per la musica, cosi frequentando la scuola divenne un bravo pianista, ma non gli bastò, con il tempo divenne anche un bravo alpinista, questo perché suo padre gli aveva insegnato ad amare la montagna e così inizia a ottenere i suoi successi. Inventò la sua tecnica di scalare e discendere le montagne in corda doppia, che tutt’oggi porta il suo nome, la tecnica Dülfer.

George Mallory

Un alpinista inglese con la passione della montagna. L’8 giugno 1924 con il suo compagno di scalata Andrew Irvine, furono i primi a scalare la montagna più alta del mondo, l’Everest, ma sfortunatamente a causa del mal tempo, persero la vita entrambi. Nel 1999 una troupe sponsorizzata dalla BBC andò sull’Everest alla ricerca dei due corpi, fu trovato il corpo di Mallory in ottimo stato di conservazione e riportato in patria.

Emilio Comici

Alpinista e speleologo italiano, negli anni 30 comincia ha dedicarsi alla montagna, iniziando a scalare le Alpi Orientali e le Dolomiti dove aprì circa 200 nuovi percorsi, la montagna era la sua passione così divenne un vero professionista e guida alpina, particolare era anche il suo stile nelle arrampicate. Muore a causa di un errore banale per la rottura della corda di cui stava provando la resistenza.

Le storie di Preuss, Dülfer, Mallory e Comici rappresentano molto più che semplici imprese sportive: sono testimonianze di un'epoca in cui l’alpinismo era una sfida estrema, affrontata con strumenti essenziali e una determinazione fuori dal comune. Coraggio, visione e desiderio di superare i limiti umani emergono dalle loro vite, diventando punti di riferimento per chiunque si avvicini oggi alla montagna. Attraverso le loro esperienze, si coglie come l’alpinismo sia stato terreno di incontro tra culture diverse e personalità uniche, ognuna capace di lasciare un segno indelebile nella storia della disciplina. L’eredità di questi pionieri continua a essere fonte di ispirazione, ricordando che ogni vetta conquistata è anche il risultato di passione, sacrificio e una profonda connessione con la natura. Guardando alle nuove generazioni, il racconto di questi protagonisti suggerisce che il vero spirito dell’alpinismo risiede non solo nel raggiungimento della cima, ma soprattutto nella capacità di affrontare l’incertezza e di spingersi sempre un passo oltre, nel rispetto della montagna e della propria umanità.

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