I più grandi alpinisti della storia

Il mondo dell’alpinismo continua a scrivere pagine straordinarie, sospeso tra memoria e futuro. L’impresa di Kami Rita Sherpa, che ha raggiunto per la trentunesima volta la vetta dell’Everest, rappresenta oggi il nuovo limite della resistenza e della determinazione umana ad alta quota. Sulle montagne più ambite si intrecciano le storie di veterani e nuove promesse: Simone Moro, icona delle spedizioni invernali, si è recentemente affiancato a Nima Rinji Sherpa, il più giovane alpinista al mondo ad aver salito tutti i 14 Ottomila, per tentare la prima ascesa invernale in stile alpino sul Manaslu. Nel frattempo, Alex Txikon guida un team internazionale verso l’Annapurna in inverno, mentre l’italiano Manolo Maurizio Zanolla viene premiato per la sua carriera leggendaria. L’alpinismo italiano si rinnova con giovani come Daniele Lo Russo e Matteo Monfrini, impegnati tra spedizioni e ricerca, segnando il passaggio di testimone tra generazioni. L’imminente cerimonia dei Piolets d’Or conferma l’attualità e il prestigio di questo universo, dove il coraggio di ieri incontra le sfide di oggi, mantenendo vivo lo spirito pionieristico che ha reso celebre la storia dell’alpinismo.

Hanno fatto grandi imprese davvero, scalato le vette che a quel tempo erano possibili da raggiungere con l’equipaggiamento e le attrezzature disponibili, compiendo imprese davvero epiche.

Sono di varie nazionalità e tutti uomini di grande valore e coraggio, hanno affrontato sfide davvero oltre ogni immaginazione, sono stati dei pionieri di quello che oggi possiamo considerare l’alpinismo.

Paul Preuss

Ebbe il virus della polio-simile da piccolo e le sue condizioni di salute non promettevano bene, sempre fragile e a letto, per un periodo è stato anche sulla sedia a rotelle, tutto faceva pensare che sarebbe stato il protagonista di grandi imprese.
Da adulto guarisce, diventando forte con l’attività fisica poi con tanta forza di volontà Paul diventa un ottimo sciatore, alpinista e rocciatore. A 11 anni aveva già scalato 300 vette, gli anni successivi per lui sono pieni di successo, diventa un vero campione alpinista dell’epoca e siamo gli inizi del 1900.

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Hans Dülfer

È stato un alpinista tedesco classe 1892, aveva la passione per la musica, cosi frequentando la scuola divenne un bravo pianista, ma non gli bastò, con il tempo divenne anche un bravo alpinista, questo perché suo padre gli aveva insegnato ad amare la montagna e così inizia a ottenere i suoi successi. Inventò la sua tecnica di scalare e discendere le montagne in corda doppia, che tutt’oggi porta il suo nome, la tecnica Dülfer.

George Mallory

Un alpinista inglese con la passione della montagna. L’8 giugno 1924 con il suo compagno di scalata Andrew Irvine, furono i primi a scalare la montagna più alta del mondo, l’Everest, ma sfortunatamente a causa del mal tempo, persero la vita entrambi. Nel 1999 una troupe sponsorizzata dalla BBC andò sull’Everest alla ricerca dei due corpi, fu trovato il corpo di Mallory in ottimo stato di conservazione e riportato in patria.

Emilio Comici

Alpinista e speleologo italiano, negli anni 30 comincia ha dedicarsi alla montagna, iniziando a scalare le Alpi Orientali e le Dolomiti dove aprì circa 200 nuovi percorsi, la montagna era la sua passione così divenne un vero professionista e guida alpina, particolare era anche il suo stile nelle arrampicate. Muore a causa di un errore banale per la rottura della corda di cui stava provando la resistenza.

Il coraggio, la determinazione e la capacità di innovare hanno segnato il percorso dei più grandi alpinisti della storia, lasciando un’impronta profonda non solo sulle vette conquistate, ma anche nella cultura dell’alpinismo moderno. Le loro imprese, affrontate spesso con mezzi rudimentali e conoscenze limitate, testimoniano una passione che travalica i confini dell’epoca e si riflette ancora oggi nelle sfide dei nuovi appassionati di montagna. Attraverso le loro storie si comprende come ogni conquista sia frutto di sacrificio e visione, e quanto il loro esempio continui a ispirare generazioni di alpinisti. Le difficoltà tecniche, le condizioni estreme e i rischi affrontati hanno contribuito a sviluppare nuove tecniche e una mentalità votata alla ricerca, alla sperimentazione e al rispetto per la natura. Guardando alle imprese di questi pionieri, emerge con forza il valore della trasmissione di conoscenze e di esperienze che costituisce il vero ponte tra passato e futuro nell’alpinismo. Chi oggi si avvicina alla montagna trova, nelle tracce lasciate da questi protagonisti, non solo un modello da seguire, ma anche uno stimolo per continuare a esplorare, innovare e custodire questo patrimonio condiviso.

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